Ecco il testo che l’Associazione Italiana BFRP ha inviato ieri ai direttori e alle redazioni delle testate, che hanno pubblicato la notizia della donna morta perché il naturopata le curava il cancro con i Fiori di Bach, a tutela del buon nome della disciplina e dell’operato dei consulenti certificati.
“Cari Colleghi,
sono giornalista scientifica e direttore di “Medicina di Frontiera”.
Da oltre vent’anni mi occupo del riconoscimento delle discipline naturali e sono presidente dell’Associazione Italiana Bach Foundation Registered Practitioners, consulenti in floriterapia originale del Dottor Edward Bach, iscritti al Registro internazionale della Dr. Edward Bach Foundation.
A seguito dell’articolo pubblicato ieri desidero stigmatizzare alcuni punti:
1. I Fiori di Bach non curano le malattie e tantomeno il cancro. Essi aiutano le persone a ritrovare l’equilibrio emozionale, sia che la persona stia bene sia che sia ammalata. La persona è al centro della relazione, non la malattia.
2. I Fiori di Bach non sono un rimedio New Age, non funzionano soltanto per effetto placebo, ma sono rimedi naturali scoperti da Edward Bach, un medico inglese molto famoso ai suoi tempi, morto nel 1936. Essi vantano quindi 80 anni di utilizzo in tutto il mondo, negli umani e negli animali.
3. Il metodo originale del Dott. Bach aiuta le persone a riconoscere le proprie emozioni attraverso un colloquio, aborrendo ogni creazione di dipendenza e l’utilizzo di strumenti come il pendolo, che possano far nascere l’impressione nel cliente di avere a che fare con un guaritore o, peggio ancora, con un guru.
4. Il metodo del Dr. Bach non prevede guaritori, ma soltanto facilitatori, in un’ottica di medicina integrata, nella quale pụò affiancare la medicina convenzionale per migliorare la qualità di vita del malato, cosa che avviene nel resto del mondo, senza pregiudizi.
5. Per contro tutte le discipline bio-naturali sono esposte agli effetti di una mancanza di normativa che permette a chiunque di dichiararsi esperto di materie che magari ha studiato in un paio di week-end. I nostri soci, invece, hanno seguito una formazione uguale in tutti i paesi del mondo e sono obbligati alla formazione continua.
6. Un tentativo di regolamentazione di tutto un vastissimo settore, che include centinaia di nuove professioni non regolate da Ordini o Collegi, è stato fatto con la legge 4/2013 che demanda la qualificazione e l’autoregolamentazione del settore alle associazioni professionali. Anche l’Associazione Italiana Bach Foundation Registered Practitioners opera in questa direzione, particolarmente importante per un metodo basato sulla semplicità e, anche per questo, frequentemente sminuito e svilito sui media.
Detto questo, resto a disposizione per ulteriori informazioni nella speranza che vogliate pubblicare queste mie precisazioni o mi concediate lo spazio di un’intervista che faccia il punto sugli aspetti formativi e normativi di questa ed altre discipline bio-naturali.
Vera Paola Termali
http://www.bachitalia.it/
