Alchimia – La trasformazione della sofferenza

“Curare la separazione tra la mia mente e il mio corpo è quindi stata la grande sfida della mia vita. Nei sessant’ anni in cui ho praticato la psicoterapia ho imparato che la strada per la salute emotiva passa attraverso il corpo. Lo scopo implicito dell’Analisi Bioenergetica è sempre stato quello di guarire la separazione tra corpo e mente.” – Alexander Lowen

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Gli Alchimisti hanno un’immagine molto calzante alla trasformazione della sofferenza del sintomo in un accrescimento di valore dell’Anima.

Uno dei traguardi del processo di Alchimia era la “Perla Preziosa”.

Questa Perla all’inizio, non è che un granello di sabbia, un sintomo nevrotico, un disturbo, un segreto irritante e noioso della propria carne, da cui non c’è Conchiglia che possa proteggere.

Questo granello è ricoperto, elaborato giorno per giorno, finchè diventa “Perla”, ma ancora deve essere ripescato dall’Abisso e acquistare autonomia.

Poi, quando il granello è recuperato, viene indossato.
Deve essere portato a contatto con il calore della pelle, perché conservi la sua Lucentezza.

Il complesso liberato, una volta causa di dolore, è ostentato davanti a tutti come una Virtù.

Il “Tesoro Esoterico”, ottenuto con uno sforzo che nessuno conosce, diviene uno “Splendore Esoterico”.

Liberarsi dei sintomi, vuol dire liberarsi anche della possibilità di guadagnare qualcosa che potrà un giorno rivelarsi di grande valore, anche se all’inizio è insopportabile, irritante, deprimente e da nascondere.

Da “La ricerca interiore. Psicologia e religione” (James Hillman)

I rimedi floreali di Bach sono un aiuto ed un sostegno nel corso della vita.

Mariella

L’OSTRICA ALCHIMISTA E LA PERLA (ALCHIMIA TRASFORMATIVA)

L’alchimia trasformativa è quel ramo dell’esoterismo in chiave moderna che si occupa della trasmutazione interiore (psicologica e spirituale) dell’essere umano. Una scienza sacra, disponibile per tutti, a patto che sappiate cosa e dove cercare. Perché l’alchimia, studiata e praticata nel mondo quotidiano, offre uno strumento di crescita e di trasformazione davvero esponenziale. Permette di lavorare direttamente sul dolore, sul disagio e sull’insoddisfazione, al fine di staccarsi da queste emozioni negative e trasmutarle in qualcosa di utile ai fini evolutivi. Ma perché paragonare l’alchimia trasformativa ad un’ostrica vi starete chiedendo… la verità è che l’obiettivo finale dell’alchimia trasformativa è uguale a ciò che si trova all’interno dell’ostrica perlifera: sì, sto parlando della madreperla, un suo prodotto, la perfezione assoluta dal punto di vista naturale che possa esistere a questo mondo. Ma da cosa e come nasce questa perla così preziosa?

All’origine di tutto, c’è un corpo estraneo. Spesso si tratta di un granello di sabbia o un parassita, che si deposita per caso all’interno del suo guscio. L’intrusione produce una forte reazione da parte dell’ostrica che, non riuscendo ad eliminare l’intruso, e per difendere i suoi tessuti dall’irritazione, inizia ad isolarlo per renderlo inoffensivo. Secerne, dunque, una sostanza cristallina liscia e dura, la cosiddetta madreperla, che in realtà non è altro che un deposito di vari strati di carbonato di calcio combinato con altri minerali, che originano ovoidi irregolari o sferici. Dopo pochi anni, il risultato sarà quello di una bella e splendente gemma.

C’è da sottolineare il fatto che, mentre le pietre preziose devono essere sottoposte al taglio e levigate per farne emergere la bellezza, le perle non hanno bisogno di questo processo complementare. Le perle vengono prodotte da questi molluschi con una naturale iridescenza e una lucentezza che nessun’altra gemma al mondo può possedere.

Ma torniamo all’alchimia trasformativa. Qual è il nesso con il lavoro dell’ostrica e della perla?! Cos’hanno cercato centinaia di alchimisti nel corso dei secoli? Non cercavano forse la pietra più preziosa di tutte, la pietra dei filosofi, il lapis philosophorum, la pietra filosofale? Non una ricchezza materiale, ma un genere di appagamento eterno e incondizionato, uno stato di felicità che non è più legato alle situazioni avverse che ci accadono. Esattamente come l’ostrica.

Per l’ostrica quel corpo estraneo, granello o parassita che sia, rappresenta una difficoltà. Lo rifiuta, poiché irrita. Non lo sopporta e vorrebbe espellerlo, ma non ci riesce. E allora decide di mettersi in gioco, inizia a lavorare su di sé nel modo più naturale che conosce: trasforma quell’oggetto estraneo in qualcosa di pregiato, affinché non rappresenti più un fastidio per lei. In altre parole, questa difficoltà interiore la costringe a secernere una materia speciale con la quale avvolge quel granello di sabbia tanto sgradevole, e questo, anziché venire distrutto o espulso, resta all’interno ma diviene bellissimo e prezioso. Meraviglioso. E gli alchimisti non hanno forse tentato, per secoli, di trasformare il piombo in oro?

Quindi questo fenomeno naturale dell’ostrica non è solo una metafora, ma un vero e proprio esempio vivente di come sia davvero possibile in natura trasmutare qualcosa di negativo, che dà fastidio, in qualcosa di prezioso per noi stessi. Nella trasformazione del granello di sabbia in madreperla sono contenuti i due processi più importanti del lavoro alchemico. Quello di portare la piena attenzione sulla difficoltà, senza cercare di evitarla. E quello di produrre dalla propria stessa sostanza una nuova materia capace di trasformare la difficoltà in un oggetto prezioso.

Il granello di sabbia rappresenta per noi le difficoltà interiori, quelle che viviamo nel quotidiano. E nel momento stesso in cui smettiamo di voler allontanare da noi queste difficoltà, accettandole anziché respingerle, costringeremo il nostro Cuore a produrre una sostanza che trasforma la difficoltà in pietra preziosa. Ci vorrà del tempo, è vero, ma l’ostrica ci dimostra che è fattibile. E l’alchimia ci dice che, per vivere una vita piena di serenità e soddisfazione è sufficiente guardare oltre, percepire la realtà oltre l’illusione. Siate delle ostriche alchimiste, e scoprite cosa si nasconde dietro l’allucinazione dei sensi e delle emozioni.

“Disse un’ostrica a un’altra ostrica sua vicina: «Ho dentro di me un gran dolore. È qualcosa di pesante e tondo, e io sono allo stremo». Replicò l’altra ostrica con altezzoso compiacimento: «Sia lode ai cieli e al mare, io non ho nessun dolore in me. Sto bene e sono sana sia dentro che fuori». In quel momento passava un granchio e udì le due ostriche, e disse a quella che stava bene ed era sana sia dentro che fuori: «Sì, tu stai bene e sei sana; ma il dolore che la tua vicina porta in sé è una perla di straordinaria bellezza».” Kahlil Gibran – “Tutte le poesie e i racconti“

Vinca dunque la perseveranza, perché, se la fatica è tanta, il premio non sarà mediocre. Tutte le cose preziose son poste nel difficile. Stretta e spinosa è la via de la beatitudine; gran cosa forse ne promette il cielo.” Giordano Bruno – “La cena de le Ceneri“

Tragicomico

 

L’agrifoglio… messaggero d’Amore

Questo è il mio tradizionale articolo per le festività natalizie, è il mio augurio e omaggio floreale per tutte le persone. Mariella

L’Agrifoglio ha in sé l’essenza dell’Amore.

L’Agrifoglio è la pianta che si regala a Natale come portatrice dell’Amore sulla Terra.

Nei rituali di certe culture precristiane tra le quali quelle Celtiche e Romane, l’agrifoglio si usava per il suo potere di difendere dal male, importante insieme al vischio nelle cerimonie druidiche, ricopriva un ruolo fondamentale nei saturnali dell’antica Roma.

E’ un arbusto sempreverde che conserva le foglie tutto l‘anno racchiude l’idea di immortalità.

L’Agrifoglio cresce lentamente, ma con grande intensità, lo stesso si può dire dell’Amore, nei cuori che sono pronti ad accoglierlo, i fiori bianchi striati di rosa ripetono nel linguaggio dei colori un messaggio di amore e di pace, le spine più accentuate nella parte bassa della pianta, la difendono dagli animali che non possono mangiarla, il significato è di protezione e trasformazione che trasforma il pericolo e il male delle spine che feriscono nella energia guaritrice dell’Amore.

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Nella Floriterapia del Dott. Bach con il fiore dell’agrifoglio viene preparato il rimedio chiamato “Holly” che stimola in noi la qualità positiva dell’ “Amore” quando in un certo momento della vita può venire a mancare.

Ci si sente feriti, e si percepiscono nelle parole, nei gesti e nelle azioni compiute dagli altri, l’intenzione di colpirci non tanto fisicamente quanto emotivamente, si è sospettosi verso gli altri e così spesso la reazione è fare lo stesso a chi riteniamo responsabile di averci ferito.

Si è spesso sulla difensiva e pronti a difendersi.

“Io sono Holly, ti dono l’AMORE che apre ogni corteccia nella quale proteggi il tuo cuore”.

Queste sono le parole del Dott. Edward Bach che spiegano gli stati d’animo quando manca questa qualità positiva:

“Per chi, a volte, viene assalito da pensieri come la gelosia, l’invidia, la vendetta, il sospetto. Per le varie forme di risentimento. Queste persone possono soffrire molto nel proprio intimo e spesso senza che ci sia una causa reale della loro infelicità.”

“Holly apre il cuore all’Amore puro”.

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Agrifoglio con fiore Holly

 

Fiori di Bach – Un raggio di luce nel buio interiore…

“Dio non ci manda la disperazione per tormentarci,ma per risvegliare in noi una nuova vita” Hermann Hesse

I rimedi floreali arrivano dove le parole e la mente non possono.

Nella vita ci si può trovare in periodi difficili, così difficili da non vedere via d’uscita dai problemi, quando magari sono state provate diverse strade per risolverli, ma nessuna di esse ha portato ad una soluzione.

L’angoscia e la disperazione man mano possono crescere, fino a prendere il sopravvento su ogni altro pensiero, e ci si sente senza via d’uscita.
Si avverte che anima, mente e corpo hanno raggiunto il limite della sopportazione, che altro non è possibile reggere, ed il buio interiore diventa sempre più profondo.
E’ uno stato d’animo così disperato che, la persona spesso non vede soluzione nemmeno nella morte, ma si sente morta dentro, cerca di isolarsi, nasconde per quanto gli è possibile il suo stato a chi gli sta intorno, e si chiude sempre di più.
Per dare un’idea dell’emozione che si prova, possiamo dire che è come se man mano la luce della vita che si ha dentro, comincia a spegnersi con lentezza, e ci si chiude sempre di più, quasi a voler raggiungere quella sempre più piccola fiamma, che non illumina né riscalda più, la sensazione è il buio più profondo, come un buco nero, senza che si possa guardare il fondo per vederne la fine.
Ma anche in uno stato emozionale così negativo, così acuto, si può rinascere, si può alimentare la luce interiore e vedere una via d’uscita dalla disperazione.
Mariella

Fiore di Bach corrispondente Sweet Chestnut (Castagno Dolce)
Io sono Sweet Chestnut e ti dono
“La capacità di ritrovare la tua Luce interiore”
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Descrizione

Per quei momenti che accadono a certe persone in cui l’angoscia è tanto grande da sembrare insopportabile. Quando la mente o il corpo sentono di aver raggiunto il limite della sopportazione, e che sia giunto il momento di cedere il passo. Quando sembra non rimanere altro che distruzione e annientamento da affrontare.

Dott. E. Bach – I Dodici Guaritori e altri rimedi